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Le blog de el-theus

Riflesioni sulla sacralità del diritto. (1a parte)

23 Juillet 2017, 11:32am

Publié par el-theus

Riflesioni sulla sacralità del diritto. (1a parte)
E' con timore e difficoltà che si dovrebbe scrivere di diritto, quasi forse con 'terrore' per la 'terribilità' che il diritto comporta. Ed il diritto è terribile perché ha a che vedere con la vita e la morte. Non è un gioco arbitrario, non è nemmeno un'azzardo, né un colpo di maggioranza. Il diritto è sacro perché la vita è sacra. Mentre oggi della vita si è fatto scempio e del diritto una farsa. Oggi più che mai il mondo è giunto alle sue conclusioni, per quanto si voglia illudersi che non sia così. Si è nel mezzo o nel corso di un processo di estinzione, voluto o deliberatamente creato dall'uomo, o di punizione divina, o semplice conseguenza dei livelli insostenibili di sviluppo e consumo del pianeta.
Si tratta del diritto con leggerezza, con facilonerie tipiche dei prepotenti, con abuso e furbizie, tatticismi, codicilli e tecnicismi e si è perso di vista il grande significato che è il diritto per l'uomo. Questa è la grande ipocrisia dell'umanità vigente. Credere che si possa fare i furbi con il diritto e la sacralità della vita e della morte. La morte terrificante e inevitabile che ci attende tutti e forse tutto, in una globale e planetaria estinzione della vita.
Perché fintanto che moriamo noi, singoli individui, ma non la vita nella sua riproducibilità continua, c'è speranza. E' sempre stato così e potrebbe sempre essere così se si mantenesse vivo e si aderisse a ciò che è sempre stato, si rispettasse la ciclicità del vivente, del vivere e del morire, nell'eterno rifiorire. I cicli vitali, della vita e della vegetazione. Il mito di Adone, che la nostra cultura mediterranea illustra bene. Mito del ciclo della vita e delle stagioni.
Fintanto che c'è ciclicità, più che linearità (concezione del tempo subentrata successivamente al mondo greco-romano pagano, con l'ebraismo giudaico-cristiano, e veicolante con essa una concezione ultra-pessimista di ‘fine della storia’ ecc), c'è speranza, c'è proseguimento, c’è continuità della vita. Nulla è ancora finito, niente è ancora finito. Non tutto è stato fagocitato dalla morte. Ma purtroppo oggi non è più così, a quella sana concezione ciclica del tempo e della vita si è sostituita la linearità, il digitale, e si aggira lo spettro della morte, la fine prossima non solo dell'umanità, ma di tutto il vivente, della vita sulla terra, del miracolo della Vita nel pianeta Terra.
Allora la domanda da porsi è perché? Perché succede tutto questo? Perché la morte avanza a passo spedito sulla Terra? mentre prima, fino a poco tempo fa non era così?
Oltre alle ovvie risposte dei crimini allucinanti commessi dalla geo-ingegneria e bio-ingegneria sul vivente, il clima, le stagioni, armi in mano a bande criminali di inetti e ignoranti al potere, militari dalla mentalità incapace della vita, solo distruttivi, vi è altro.
La morte avanza perché non si rispetta il Diritto.
Rodotà, professore di diritto, di bioetica è morto, ci ha lasciato. E’ morto ieri proprio lui che ha cercato di pensare 'il diritto della vita', il BIODIRITTO, nel termine biodiritto vi è un passo innanzi alla bioetica, che và più in là (questa l’innovazione del termine biodiritto nel Trattato di Biodiritto). Non riuscendo pienamente nel suo scopo, Rodotà ha traciato il primo passo, e ci ha lasciato un patrimonio intellettuale di strumenti concettuali disponibili per procedere nella ricerca, di cui siamo riconoscenti.
E’ fronte al nostro fallimento umano di pensare la VITA, il VIVENTE e la PROTEZIONE giuridica del vivente, della vita che la vita muore. Muore ovunque nel mondo. Per la superficialità, la menzogna, e l'inconsistenza dell'essere umano che ha avuto TUTTO in dono e di tutto ha abusato, fatto commercio, distrutto. Pensando bambinescamente di avere per sempre ancora TUTTO a sua disposizione e abuso ed arbitrio.
La Vita è sacra. Il Diritto è Sacro. E per questo è Terribile. Perché parla della mannaia che colpisce la Vita se non si rispettano le sue regole.
Una teoria del diritto che si voglia tale è pertanto una teoria che cercherà di elaborare le fondamenta del diritto da un punto di vista 'ontologico', cioè consustanziale al reale, alla realtà. Una teoria del diritto che esplorerà il diritto nelle sue fondamenta sostanziali, fondamentali, portanti. Sarà appunto una teoria del DIRTTTO DELLA VITA. Un Biodiritto. Un diritto della Vita e dei Limiti al suo abuso. Sarà suo elemento il 'diritto' del vivente, non il suo 'rovescio', il ramo storto del vivente, a darne la regola. La direzione del Vivente, che ha una direzione, determinata dal Sole e dagli astri, dalle stelle e la luna, un diritto Cosmologico per un dritto dell TERRA che sia VIVENTE. Che rispetti la direzione diritta della Vita. E non il suo rovescio, la sua inversione o rovesciamento come vogliono i perfidi dominanti al potere con le loro false ideologie, falsa scienza.
Il Sole, nostro genitore, genitore del vivente sulla Terra, determina ciò che cresce, e tutto ciò che cresce va verso la Luce, cresce con la luce, grazie alla luce. La Vita, il vivente ha quindi pertanto una indiscutibile direzionalità data dal Sole (come esemplificato dalle meridiane, e già raccontato con alcune osservazioni anni fa). Capitolo da riprendere e approfondire più dettagliatamente ed ampiamente. Basta ora averlo annunciato, o nuovamente detto.
Questo Diritto della Terra è contro all'idea prevalente del dritto a carattere positivo, cioè posto, il quale postula l'essenza, la natura del diritto come 'posto' dal Legislatore, dall'uomo. Vedi massimamente la teoria del diritto oggi universalmente dominante di Hans Kelsen, ebreo austriaco, avversario del 'Nomos della Terra' scritto da Carl Schmitt. Teoria questa che invece si fonda tutta interamente sulla 'territorialità del diritto'.
Per Kelsen il diritto non sta nelle cose, nella vita, nella Terra ma è posto dal Legislatore ad arbitrio, convenzionalmente, proceduralmente. E' un diritto svincolato dal reale. Non è radicato, è sradicato, senza radici. Un diritto quasi del mare aperto. Un diritto che non viene 'scoperto' ma appunto viene'posto' convenzionalmente, per convenzione, o per maggioranze, in funzione di interessi variabili, circostanziali, utilitaristici nell'uso del diritto.
Il diritto descritto da Kelsen è un sistema di norme poste, piramidale, al cui capo si trova una norma fondamentale, la Grundnorm, su cui si regge l'intero sistema, da cui tutte le altre norme dipendono (vedi anche Michel Troper) e che sarebbe la Costituzione, la norma fondamentale.
Il dritto con queste premesse teoriche si è dunque ridotto oggi a non essere nient’altro che verifica di costituzionalità delle norme, e giustizia costituzionale. Il parametro fondamentale NON è la TERRA , il VIVENTE, bensì solo la Costituzione. Essa il parametro di riferimento, il riferimento ultimo ed ideale del diritto moderno odierno. Chiaramente questo non può essere diritto, e se lo è non può che essere diritto fasullo ed arbitrario. Il riferimento ultimo del Diritto non può essere la Costituzione, bensì la Terra, La Natura, La Vita, Il Vivente, nostra Madre Natura. Questo dovrebbe essere ovvio, ma ahimè purtroppo non lo è ancora, sebbene ci si stia avvicinando.
Dopotutto da una repubblica di massoni, retta da massoni, cosa si vuole pretendere, che abbiano cura del VERO? o del VIVENTE? o di Madre Terra, loro finocchi incalliti, invertiti succhiatori di deretani?
A forma di piramide il diritto di Kelsen è arbitrio costituzionalizzato, ufficializzato, positivizzato, convenzionalizzato. Potrebbe essere così o il contrario di così e sarebbe uguale dal punto di vista giuridico kelseniano, sarebbe pur sempre considerato come diritto legale, ufficiale. Avente cioè quella qualità di autorità, autorevolezza, atta a consentire il disciplinamento delle condotte e delle vite, nonché la manipolazione del vivente a fini utilitaristici, rendendo la sottomissione alla prepotenza ed all'abuso cose legittime, addirittua un’obbligo dovuto da parte dei cittadini. La lista dei diritti e dei doveri. Obblighi.
Però se il diritto come tale è una piramide di norme, facenti capo ad una Costituzione, norma fondamentale, la piramide potrebbe essere capovolta e resterebbe tale quale questo diritto fittizio. Si capisce allora che si ha a che fare con una teoria quantomeno dubbia, o comunque pericolosa, capace di fare girare ogni cosa appunto a vuoto. Essendo il diritto che postula o propone, un diritto campato in aria, avulso dal reale, arbitrario, convenzionale.
Ora è invece possibile, se non addirittura molto possibile, che nella vita e tutta la vita non ci sia niente di arbitrario, bensì che la vita sia strettamente determinata. E che la legge sia il determinismo. Forse siamo addirittura in condizioni di determinismo assoluto. Tutto essendo terribilmente determinato, condizionato, posto non da leggi arbitrarie, ma fisiche imprescindibili, assolute, ed indipendenti dalla volontà umana. Un determinismo che potrebbe dire la realtà, l’esistenza reale di un 'Terribile Diritto' che ci lascia senza vie di scampo.
Al estremo opposto di Hans Kelsen vi è il diritto di Carl Schmitt, il diritto del ‘Nomos della Terra’, che dei capricci umani si fa beffa.
Il Nomos della Terra o il Diritto della Terra.
La Terra concepita quasi o proprio come essere vivente, organismo vivente con linee, e traiettorie sacre, crocevia di ‘ley lines’ energetiche dei flussi vitali dell'organismo terrestre, linee sacre che gli antichi costruttori e architetti di cattedrali e chiese del medioevo ben conoscevano, come la linea di San Michele. Ley lines che passano per Gerusalemme, o che attraversano le piramidi del'antico Egitto. Ley lines energetiche che forse per prime hanno tracciato i primi confini, i primi passaggi, i primi sentieri o appezzamenti di Terra. Vedi anche i camminamenti dei Druidi.
La storia del Diritto essendo prima di tutto quella di una Linea Diritta. Di un cammino diritto. Inteso come Giusto. Di un giusto tracciato, un giusto percorso tracciato non solo sul terreno, ma anche sul sentiero della vita o sul terreno della vita.
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